(piccole pillole di storia del gioco per quel che mi riguarda e in quanto mi ricordo degli anni ‘70/’90… e se qualcosa ti ricordi anche tu di quegli anni scrivimelo e lo inserirò in questa micro enciclopedia del gioco)
Indice
- 1) Pergioco, la rivista
- 2) LAAG (Libera Accademia Autori del Gioco)
- 3) IT International Team
- 4) Giokando & Giocomania
- 5) P.F.I. Premiata Fabbrica di Idee
- 6) Skandinsky Platz
- 7) Gradara e il Festival Italiano dei Giochi
1) PERGIOCO, rivista mensile dedicata al gioco e ai giocatori.
Di chiara ispirazione francese (derivava la formula della rivista, con articoli ma anche con molti giochi “encarte” offerti con nella confezione e fra le pagine, dal modello francese di Jeux & Stratégie, il primo grande periodico da edicola europeo).
Nato nell’ottobre del 1980 (sotto la direzione di Giuseppe Meroni) e durato fino al 1984 (ultimo direttore Elena Introna) venne fondato da, in ordine alfabetico Silvana Brusini, Roberto Casalini, Marco Donadoni, Giuseppe Meroni, Renzo Riccò, e Stefano Signorelli
Fra i suoi collaboratori ha visto le firme di Dossena, Masini, Balduzzi, Palladino, Rinaldi, Allen Wolftal, Spinelli e molte altri nomi famosi del mondo ludico italiano ed estero.
Dedicato a giochi di ogni tipo e giocatori di ogni specialità, promosse nei cinque anni di vita nuovi modelli di gioco come i wargame e i giochi di ruolo, senza mai scordare giochi di tradizione come il Mondo–Campana o la lippa, i giochi antichi e di antiquariato, i libri e i giochi letterari.
In generale la struttura editoriale di ogni numero prevedeva una parte iniziale e finale dedicata al mondo della cultura del gioco (eventi, autori, testi e connessioni letterarie) e una centrale in carta riciclata da giocare concretamente, con quiz, regolamenti, indicazioni per creare giochi in casa, stimoli vari e suggerimenti.
Negli ultimi due anni ebbe anche un supplemento dedicato ai videogames, nuova frontiera dell’esperienza ludica che giusto in quegli anni faceva capolino sugli scaffali dei negozi di giocattoli italiani e non.
Tutte le copertine a http://www.nand.it/pg00.html
2) LAAG – Libera Accademia degli Autori del Gioco
Fondata nel 1984 da Marco Donadoni e Matteo Rosa, raccoglieva liberamente elementi vari della cultura del gioco italiano, come autori, scrittori, illustratori e diffusori. Chiuse i battenti nel 1987 per esaurimento delle vena volontaristica dei fondatori.
Fra i soci più importanti che hanno partecipato alle riunioni della LAAG si possono citare Guido Crepax, padre di Valentina ma anche di molti giochi quali La battaglia del Lago ghiacciato, Waterloo o Innamoramento e amore; Giampaolo Dossena, forse il padre della cultura ludica italiana, autore di moltissimi libri fondamentali per l’argomento e curatore di innumerevoli rubriche sul gioco in testate nazionali; Ludovico Valvassori, il mito del Mah Jong italiano; Sergio Valzania, dirigente RAI e appassionato cultore oltre che scrittore di giochi e giocatori, Dario de Toffoli, il monumento del backgammon italico; Alex randolph, forse il più famoso autore di giochi conosciuto in Italia.
Tra i vari frutti dell’attività dei soci la pubblicazione di una copia anastatica de “Il gioco della Pirla”, scomparso gioco di azzardo simile alla roulette giocato assiduamente nel foier della Scala di Milano negli anni di fine ottocento, e un premio alla creatività del gioco attribuito dal Comune di Milano (e più precisamnte dal Centro per la Cultura del Gioco del Comune di Milano) per alcuni anni ai prodotti ludici più interessanti e creativi inventati dagli scolari delle scuole elementari e medie milanesi.
3) IT International Team
Fondata nel 1976 da Massimo Petrini e Nicola di Tella, inizialmente produceva solo puzzles. Nel 1977, con l’arrivo di Marco Donadoni, la società comincia a sviluppare e presentare anche giochi, sia di famiglia che wargames (modello di gioco solo da poco apparso in Italia grazie alla strenua spinta artistico artigianale del dott. Alfredo Gentili, che aveva introdotto sul mercato nostrano l’Avalon Hill). Per l’elenco completo dei prodotti IT vedi International Team in Wikipedia.
Copertina del primo catalogo IT con giochi
Fra i diversi soci che nell’arco degli 11 anni di vita della IT videro il loro nome aggiungersi a quelli dei fondatori é da segnalare Franco Lamura, entrato in azienda nel 1983, e Giorgio Giona, importatore di Heller e titolare della società Kosmos. Accanto a Petrini segue la grafica quella che poi diventerà sia moglie, Nicoletta Pellegatta.
I play testers nel corso degli anni furono Roberto Bonsi, Claudio Villani, Mauro Lubrano, Fulvia Battarra, Matteo Rosa, Andrea Mannucci, Antonio Toffoletto, Francesco Del Forno, Massimo Amati e Luigi Garlaschelli, a cui si aggiunse per un breve periodo anche come autore di Millennum Giovanni Ingellis.
Tra i puzzle più famosi si possono sicuramente citare gli Zodiac 1500 pezzi, illustrati da famosi disegnatori italiani quali Moretti e Riboldi sullo stile liberty di Mucha, che essendo ancora oggi in commercio per i tipi di Edritice Giochi, probabilemnte possono esere definiti i puzzle più longevi del mercato italiano.
IT ha creato aziende sorelle in Francia (sotto la direzione di Renzo Angelosanto), in Germania a Francoforte, In Spagna a Barcellona e neglii USA a New York.
Un mercato parallelo esplorato con successo da IT è stato quello delle figurine in bustina, che produssero serie di grande fortuna in Francia e in Italia sotto i marchi di Bibifoc/Siebert, Ewoks e Jonathan, collegato alla trasmissione d’avventure di Ambrogio Fogar.
A proposito di connessioni televisive, uno dei collegamenti più felici di IT con la TV furono i giochi sportivi di Canale 5, sviluppati in collaborazione con grandi nomi dello sport e della comunicazione sportiva quali Dan Peterson, Guido Bagatta e Andrea De Adamich, senza scordare un’incursione nel demenziale in collaborazione con Renzo Arbore e il suo “…Ma non i coperchi”.
International Team ha prodotto numerosi titoli anche sotto il marchio di Editrice Piccoli, alla cui linea editoriale ha collaborato dal 1984 al 1986
Ha chiuso la produzione nel 1988.
4) Giokando & Giocomania, la festa del gioco
L’idea di creare una festa del gioco in cui produttori e giocatori si incontrassero a livello di evento professionale per scoprire insieme cosa stava nelle scatole venne a Marco Donadoni e Matteo Rosa nel 1989, sullo stimolo di due altri grandi fenomeni europei e nazionali, la fiera di Essen in Germania e il Festival dei Giochi di Dario De Toffoli, inizialmente veneziano e poi gradarese. Proposto il progetto al mecenatico Dr.Pinna Berchet di Gexpo-Assoexpo, vide la luce nel 1990 presso il nuovo spazio espositivo di via Pompeo Mariani a Milano (che oggi non esiste già più). La prima edizione durò il breve tempo di prendere atto che alcune scritte di legge non corrispondevano al millimetro alle norme legali, e che quindi l’evento non poteva avere luogo. Con disdetta anche molto rumorosa di centiania di appassionati già riuniti davanti alle porte purtroppo sbarrate. Ma l’anno dopo Giokando si prese la rivincita riesplodendo più potente e bella che mai, con oltre 10.000 presenze in 3 giorni.
La cosa si ripetè nello stesso spazio espositivo per 5 edizioni, poi approdò in Fiera di Milano, e lì venne poco a poco assorbita dal salone dei Fumetti Cartoomics e soprattutto dal proliferare indistinto e non sempre professionale di eventi simili.
Accanto a Giokando nel 1993 arrivò la sorellina Giocomania, sempre connessa alla dimostrazione ludica sotto forma di evento e sempre prodotta dalla coppia Donadoni-Rosa, con edizioni a Roma (due, la prima al Borghetto Flaminio e la seconda all’Ergife) a Courmayeur e Verbania, e infine a Silvi Marina.
5) P.F.I. Premiata Fabbrica di Idee
Fondata nel 1990 da Marco Donadoni e Matteo Rosa, ha sede per il primo anno in via Ceradini 15 e quindi nella storica e finale struttura bilocale di via Gaio 4, sempre a Milano.
Scopo sociale della PFI é stato fin dal suo nascere fare “quassiccosa” legata al gioco in tutte le sue forme: in scatola, pubblicitario, evento e manifestazione, radio televisivo, letterario, museale, enigmistico, formativo e chi più ne ha più ne metta.
Nel 1995 entra in società Alessandro Meretti, per uscirne nel 1997. Federico Ramponi, Federico Federici e Ludovico Pasini diventano invece soci nel 2004.
Fra le molte mostre dedicate al gioco di cui PFI può vantare progettazione e realizzazione, si possono citare come particolarmente importanti quella a Mantova, a piazza Erbe, palazzo della Ragione, “Storia dell’uomo attraverso il gioco” e quella allestita nella Fortezza Da Basso a Firenze “Il giro del mondo in ottanta giochi”.
Nel 2006 la società chiude e ciascuno prende la sua strada senza conflitti né recriminazioni.
6) Skandinsky Platz, un gioco per la formazione
Parte dalla richiesta di AIF (Associazione Italiana Formatori) Lombardia la richiesta di un gioco per empowerment, cioè sviluppare le potenzialità delle persone. Si sviluppa sulla base di un formidabile team iniziale costituito da: Marina Rossi, Renata Rossi, Susanna Mazzeschi, Renata Averna, Chiara Martinelli, Maurizio Corbani, Emanuele Kettlitz, Teresa Chambry, Fernanda Siboni. Oltre naturalmente a Marco Donadoni e Matteo Rosa.
Il principio é quello di usare un gioco di ruolo per analizzare i comportamenti dei giocatori in chiave aziendale.
Nasce più che un gioco un modello che, presentato alla terza edizione di Giokando nel 1994, ha visto più di 200 edizioni di utilizzo con innumerevoli evoluzioni e modifiche, e migliaia di utenti/giocatori in aziendine tipo Alcatel, Microsoft, Finmeccanica, GSK e così via…con ottimi ritorni anche di stampa.
Anche al femminile.
La trama del gioco? un gruppo di persone normali si trova in una metropolitana che improvvisamente non arriva alla fermata successiva, poi si ferma in galleria e prende fuoco. Abbandonata la vettura i partecipanti si trovano alla fermata di Skandinsky Plarz, incontrano un giornalaio depresso, un macellaio moldavo, un bagno pubblico a trabocchetto, una discoteca radioattiva, un parcheggio da Steven King con tanto di Christine la macchina infernale, un accampamento di nomadi parlanti quasi spagnolo, alcuni topi giganti semiparlanti, serpenti susssssurranti, discariche con distributori di soluzioni e molto altro ancora.
Il tutto al fine di analizzare le proprie competenze, quelle dei colleghi, distribuire feedback ed uscire dall’esperienza convinti che migliorare si può, anzi si deve.
Alcune varianti di Skandinsky, sotto il titolo di “Sul sentiero degli Apaches”, di “Drakkar, siamo tutti sulla stessa barca” e “Kammamuri ‘45″ hanno fatto il giro dell’Italia che lavora.
7) Gradara e il Festival Italiano dei Giochi
L’essenza vera del Festival Italiano dei Giochi era l’inscindibilità, la contemporaneità, il mutuo intersecarsi delle sue varie sezioni: momenti di svago e riflessioni culturali, premi e concorsi, gare di tutti i tipi e proposte d’avanguardia, case editrici e personaggi dello spettacolo e della cultura. Una sorta di vertigine da abbondanza. Nato al Casinò di Venezia nel 1990, il Festival Italiano dei Giochi è stato 3 anni a Gradara poi a Marina di Carrara, Urbino e Cagli. L’organizzazione era di Dario De Toffoli, Dario Zaccariotto, Sebastiano Izzo e Roberto Flaibani, ma tutti i principali protagonisti del mondo ludico italiano ne sono rimasti coinvolti. L’apice è stato raggiunto a Gradara, fra il 1991 e il 1993. Tra le piazzette si snidava la “ludoteca centrale” con migliaia di giochi per tutti, davvero per tutti, perché il Festival non era solo il raduno nazionale degli addetti ai lavori, strizzava anche l’occhio ai curiosi, ai non esperti, a chi del gioco non sapeva ancora nulla. Entravi a Palazzo Rubini Vesin e accanto alla sezione informatica che presentava lo stato dell’arte delle nuove tecnologie trovavi una mostra sui libri antichi di giochi. Passavi per il campiello e trovavi l’angolo di Archimede, con gli inventori che mostravano i loro prototipi. Ti alzavi presto la mattina e trovavi la rocca invasa da migliaia di bambini delle scuole. Entravi in municipio e trovavi un convegno di tutte le associazioni nazionali di gioco. Facevi una passeggiata sotto le mura e incontravi gente in costume che duellava tra i tavoli delle qualificazioni ai campionati di un’infinità di diversi giochi. Nel teatrino, al termine di una conferenza spettacolo, potevi immergerti in un gioco di ruolo multimediale. Al Mastin Vecchio erano in corso le finali di vari Campionati Italiani. Giravi per il centro storico e ti imbattevi negli stand di tutte le maggiori case editrici italiane di giochi. Entravi nella Rocca Malatestiana ed erano in corso le premiazioni del Gioco dell’Anno. E poi ancora e ancora, fino al mal di testa.